Stampa

 

ProfileLa guerra in Medio Oriente, 27 febbraio 2024 - L’aviatore statunitense ucciso, ricordato per aver denunciato in modo drammatico il genocidio israeliano a Gaza (nella foto, la veglia funebre per Aaron sul luogo dove si è immolato)     

 

Teheran Times, 27 febbraio 2024 (trad.ossin)
 
Onorare l'eroismo, il coraggio
Shahrokh Saei
 
 
L’aviatore statunitense ucciso, ricordato per aver denunciato in modo drammatico il genocidio israeliano a Gaza
 
La tragica morte dell'aviatore statunitense Aaron Bushnell, che si è dato fuoco davanti all'ambasciata israeliana a Washington per protestare contro il genocidio a Gaza, ha scatenato l'indignazione mondiale.
 
Aaron, un militare in servizio attivo dell'aeronautica USA, ha sacrificato la sua vita per accendere i riflettori sulle atrocità di Israele a Gaza e sul sostegno degli Stati Uniti alla barbarie del regime sionista nel territorio palestinese assediato. 
 
Sui social media sono arrivati tributi da ogni angolo del globo, e la gente comune lo ha acclamato come un “eroe” e un “martire” per la pace.
 
L'hashtag #AaronBushnell è rimasto il trend più popolare su X, precedentemente noto come Twitter. 
 
Lunedì la gente si è radunata davanti all'ambasciata israeliana a Washington per piangere Aaron. 
 
La veglia è stato un momento di incontro di voci diverse unite da un condiviso senso di dolore e di solidarietà.
 
I veterani erano fianco a fianco con studenti, attivisti e cittadini comuni, tutti uniti dalla comune convinzione della giustezza della causa di Aaron.
 
Leah, una palestinese statunitense che ha rifiutato di fornire il suo cognome, ha detto che ritiene sia importante per lei partecipare alla veglia "per mostrare solidarietà e sostegno a coloro che stanno compiendo atti estremi di resistenza che manifestano solidarietà e sostegno alla Palestina e al suo popolo", secondo Anadolu dalla Turchia. 
 
 
Josephine Guilbeau, ex ufficiale dell'intelligence dell'esercito, ha detto di essere volata dall'Ohio per la veglia perché crede che "la morte di Aaron non debba essere vana".
 
"Il suo messaggio deve diffondersi. E dobbiamo anche assicurarci di sostenere chiunque altro sia come Aaron, che abbia gli stessi sentimenti, perché sennò come dovremmo affrontare un genocidio?" si è chiesta retoricamente.
 
"Non abbiamo mai visto nulla di simile prima in vita nostra, e il nostro governo si aspetta semplicemente che il popolo statunitense possa sopportare di guardare questi orrori per cinque mesi, senza che insorgano problemi mentali. Ovviamente abbiamo invece problemi mentali a tutti i livelli. Chiunque abbia accesso a Internet sta osservando un genocidio che si svolge ai giorni nostri", ha aggiunto Guilbeau. 
 
Jenny Rosemary, una ragazza di 22 anni residente ad Annandale, in Virginia, ha detto che la protesta fatale di Aaron "è stata un atto estremo, ma un atto di moralità".
 
"Penso che dovremmo sperare di essere tutti altrettanto coraggiosi", ha detto Rosemary. "Penso che per arrivare a questo punto ci sia voluta molta ignoranza da parte del governo degli Stati Uniti... Non possono essersi persi tutti i video delle persone che soffrono e delle morti, sai, ma mi piace pensare che quello sia unico nel suo genere, sai, qualcuno che è nell'esercito, e spero che possa cambiare qualcosa."
 
Sarah, una studentessa universitaria venuta a rendergli omaggio che ha voluto dire  solo il suo nome, ha parlato del profondo impatto che la morte di Aaron ha avuto sul senso delle cose che sta facendo.
 
"Il suo coraggio mi ha scosso nel profondo", ha detto a TRT World. "Mi fa dubitare di quello che sto facendo per cambiare il mondo."
 
Anche Lucas Gage, un veterano del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, si è espresso contro il sostegno del suo paese a Israele.  
 
“Quell’uomo (Aaron) si è tolto la vita per inviare un messaggio al mondo a nome degli uomini, delle donne e dei bambini che sono stati assassinati in massa dalle forze offensive israeliane. Perché Israele non si difende. Israele è all’offensiva da 75 anni. I soldi delle nostre tasse vanno a questa offensiva che uccide decine di migliaia di uomini, donne e bambini”, ha detto. 
 
In una registrazione video diventata virale sui social media prima della sua morte, avvenuta domenica, Aaron ha detto: “Non sarò più complice del genocidio. Sto per intraprendere un atto di protesta estremo, ma rispetto a quello che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso che debba essere normale”. 
 
Aaron è stato sentito più volte gridare "Palestina libera!" mentre le fiamme lo avvolgevano prima che crollasse a terra.
 
Mentre gridava di dolore, un agente delle forze dell'ordine gli ha urlato di stendersi a terra. Un secondo agente ha detto al primo: “Non ho bisogno di armi, ho bisogno di estintori”. 
 
Aaron era un membro dell'aeronautica statunitense di stanza a San Antonio. È entrato a far parte dell'Air Force come membro in servizio attivo nel maggio 2020 e da allora ha lavorato nelle operazioni di sviluppo e tecnologia dell'informazione.
 
Aaron si è dato fuoco in un momento in cui anche negli Stati Uniti stanno aumentando le proteste contro i crimini di Israele a Gaza.
 
Aumenta la pressione internazionale su Washington affinché tenga a freno Israele, la cui campagna militare ha ucciso quasi 30.000 Palestinesi a Gaza dal 7 ottobre.
 
Ma gli Stati Uniti continuano a fornire armi al regime sionista e a proteggerlo con i veti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. 
 
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura