Bogdan Herzog, dicembre 2017 (trad. ossin)
 
Eliminare il petrolio dal petrodollaro, eliminare il dollaro dal narcodollaro
Bogdan Herzog
 
Secondo colloquio di Chișinău (15-16 dicembre 2017)
 
Ho letto di recente l’intervista del professor Douguine nel magazine The Economist. E’ un’intervista interessantissima che permette di illustrare la nostra visione del mondo ad un pubblico più largo, non euroasiatico. Ho mandato questo articolo a me stesso e ad un certo numero di persone, ed è stato apprezzato anche da gente che non ha necessariamente la nostra stessa percezione della realtà. Il professore appare come un intellettuale molto distinto, un degno avversario del liberalismo e questo può essere apprezzato dalla gente neutrale e perfino dai nostri nemici.
 
 
Non concordo tuttavia con una domanda formulata dall’intervistatore e con la risposta del professor Douguine. Io proporrei un approccio diverso. La domanda era : « Perché, secondo lei, l’altra civiltà, quella anglosassone, è economicamente più performante della civiltà euroasiatica? » La risposta è stata: « solo perché l’economia per voi è il fine ultimo. Per noi il fine ultimo è lo spirito. Se considerate il valore materiale come il più elevato, allora avrete più successo in questo campo ».
 
Per quanto riesca a comprendere il ragionamento filosofico e religioso che la risposta sottende, compreso il fatto che non si possono servire due padroni, dio e il diavolo, preferirei un approccio più diretto e più economico. Che la cosa meravigli o meno, Marx, almeno nei suoi primi scritti, la pensava più o meno come il professor Douguine.
 
Per quanto mi riguarda, vorrei prima di tutto sottolineare il modo in cui la domanda è strutturata. Si tratta di una affermazione: « l’Occidente è più bravo nello sviluppo dei sistemi economici », che si spaccia per domanda. Rispondere tentando di fornire una spiegazione significa accettare l’ipotesi dell’intervistatore. Era una trappola. Secondo me la risposta avrebbe dovuto essere: « La civiltà anglosassone non è migliore nello sviluppo dei sistemi economici. La sua attuale prosperità si deve al fatto che può stampare una quantità illimitata di denaro a partire da niente, e alla capacità militare e politica di costringere gli altri ad accettarla come mezzo di pagamento ». E’ un furto mascherato. Costringere gli altri a cedere I loro oggetti di valore in cambio di niente è una forma di furto. E’ questa l’origine della prosperità dell’Occidente, non solo la sua ossessione per i beni materiali. In altri termini, l’Occidente è più bravo a far valere il suo punto di vista nel mondo, non a sviluppare sistemi economici superiori.
 
Ed è bravissimo a fare anche un’altra cosa, a dipingere il proprio interesse come fosse, in un modo o nell’altro, l’interesse generale dell’umanità, dell’umanità nel suo insieme. E’ maestro nell’audacia! Sarebbe come se un trafficante di droga, o un ladro, chiedesse ad un insegnante o ad un operaio di fabbrica: «Mi sa dire perché io sono più ricco di lei? ». La risposta potrebbe essere di piglio filosofico: « Lei pensa solo al denaro », ma potrebbe anche essere più semplice: « Perché lei è un ladro ».
 
E’ un aspetto importante, non bisogna sottovalutarlo. Siccome siamo in guerra, almeno nel campo delle idee, non lasciate che il nemico prenda il sopravvento. Strategicamente, non ci conviene accettare la battaglia su un terreno sfavorevole. La nostra morale è più elevata, anche nel mondo dell’economia. Il nemico e il grande pubblico devono esserne consapevoli. Ci troviamo di fronte ad un impero costruito da ladri audaci, da pirati e da trafficanti di droga, che si sono sempre presentati in nome di idee generose, come « libertà » e « libero scambio » e se ne sono ripartiti con le sacche piene di soldi. Sono queste le persone che oggi ci fanno la lezione!
 
Dunque, il mio primo messaggio è: « Non lasciate al nemico una posizione di superiorità morale ». Tornerò su questo più tardi, con una rilettura della storia, più precisamente delle Guerre dell’oppio.
 
Vediamo adesso, molto brevemente, in che cosa consiste l’attuale sistema economico e che cosa si può fare per creare un sistema più giusto ed equilibrato.
 
Come ho già detto, la prosperità dell’Occidente riposa su due fattori: la stampa del denaro e la capacità di costringere gli altri ad accettarlo. Poiché chiunque può stampare denaro, qualunque nazione, o perfino enti non statali (a Hong Kong, dove eravamo la settimana scorsa, la moneta è stampata da banche commerciali), è chiaro che in questa equazione l’importante è la capacità politica e militare di imporre agli altri la propria valuta. L’attuale sistema monetario ha un nome, petrodollaro. E non è un caso. Deriva dal fatto che, rinunciando alla convertibilità in oro del dollaro nel 1971, gli Statunitensi l’hanno sostituita con la convertibilità in materie prime, soprattutto il petrolio, ma non solo. La capacità militare e politica degli Stati Uniti a costringere i produttori a vendere il loro petrolio in questa valuta è la chiave del sistema. Lo stesso vale per altri tipi di materie prime e al commercio internazionale in generale. La presenza di truppe USA in Medio Oriente garantisce che il commercio di petrolio si faccia nella loro valuta. La loro presenza in Europa assicura una certa parità euro-dollaro, e così via. Non voglio entrare nei dettagli, ma intendo sottolineare che, alla fine, tutto si riduce alla forza. E questa forza non si limita solo alla capacità di imporre un determinato accordo commerciale in qualche punto del mondo, ma garantisce anche la sicurezza delle rotte di trasporto e la sicurezza in certe zone.
 
Per creare un sistema economico migliore e più giusto, non sarà sufficiente stipulare trattati commerciali bilaterali regolati in altre monete. Dovranno essere anche garantiti corridoi commerciali sicuri e dovrà essere garantita la sicurezza dei corridoi di transito e la sicurezza di coloro che sono disposti a lasciare il sistema del dollaro. Certo sono cose già note e si sta andando in questa direzione. L’iniziativa cinese OBOR, così come quello che sta succedendo in Siria, Iraq e Medio Oriente, dimostrano che queste idee sono state ben comprese. Dobbiamo togliere il petrolio dal sistema del dollaro. E’ il secondo messaggio della giornata.
 
Vorrei anche attirare l’attenzione su un aspetto meno  evidente che considero rilevante. C’è un importante precedente storico del petrodollaro (come moneta fiduciaria basata sulla proiezione della forza), vale a dire la sterlina britannica. All’inizio del XIX secolo, i Britannici registravano un deficit notevole nel commercio con la Cina. E’ la Cina, e non l’Occidente – come ha affermato a torto il giornalista di The Economist – che, ad eccezione di qualcosa come 150 anni, è sempre stata il centro dell’attività economica del pianeta.
Nel XIX secolo, come pure oggi, la Cina non era interessata ai prodotti che i Britannici erano in grado di offrire e pretendeva che il debito commerciale gli venisse pagato esclusivamente in metalli preziosi (argento). Quale soluzione hanno trovato i Britannici per ridurre l’immenso deficit commerciale e i massicci trasferimenti di argento? Hanno costretto i Cinesi a drogarsi con l’oppio e, quando  hanno tentato di opporsi, hanno dichiarato per due volte guerra alla Cina. Tutto ciò in nome del libero commercio e della pace. Aggiungo che, ancora oggi, alcune delle più grandi e famose società commerciali e banche traggono origine da questo commercio infame: HSBC, Jardine Matheson, Swire, ecc. E lo stesso vale per molte grandi famiglie poi diventate « nobili ». Ma non ne diremo i nomi.
 
Perché è pertinente ricordarlo oggi? Perché oggi, come 200 anni fa, il traffico di droga è nelle mani delle stesse reti. L’oppio viene prodotto nell’Afghanistan occupato a livelli di record, come ci dicono le statistiche ufficiali. Lo stesso per la cocaina in Colombia, un altro protettorato. Perché succede questo?
 
Alcuni dicono che il denaro della droga è necessario per finanziare operazioni clandestine, i cosiddetti « black-ops ». Possibile, ma per me questa risposta è insufficiente. Questo tipo di denaro è necessario per i paesi di secondo rango. Il sistema che sta dietro la CIA e il Pentagono possiede già la macchina per stampare i soldi ! Può mandare denaro dovunque in quantità illimitate. Può creare società fittizie i cui conti possono essere rimpinguati a volontà. Allora perché hanno bisogno di controllare il mercato della droga e quale è la relazione col petrodollaro?
 
L’attuale sistema monetario funziona come un cartello della droga. La Fed statunitense è l’equivalente del produttore, le banche nazionali sono la rete di distribuzione e le banche commerciali sono gli spacciatori di strada. Un sistema di compensazione consente di allocare fondi e profitti. Il prodotto finale, il denaro, provoca certamente dipendenza.
 
Il denaro della droga ha due caratteristiche: è tanto ed è in contanti. Il problema per il sistema monetario è che esso deve essere reintegrato nel sistema bancario e non passi nelle mani di altri per essere convertito in attività reali, il che potrebbe provocare scompensi e fluttuazioni monetarie.
 
Ricordate che Pablo Escobar aveva l’abitudine di sotterrare miliardi di dollari in contanti nella giungla colombiana? Io sono convinto che è stata questa ragione a decidere la sua eliminazione. Non il contrasto al traffico di cocaina negli Stati Uniti, che da allora è aumentato, anche stando alle statistiche ufficiali.
 
Bisogna togliere la droga dal narcodollaro. E’ il terzo messaggio di oggi. Perché?
 
Il sistema non ha ancora bisogno del narcotraffico per finanziare le operazioni occulte « black-ops », ma deve assicurarsi che questo commercio, come tutti gli altri, sia denominato nella sua moneta e che i soldi in contanti rientrino nel suo sistema. Proprio come il petrolio, l’energia, il rame o lo zinco, l’eroina e la cocaina devono essere pagate in dollari.
 
Allo stesso tempo, è estremamente importante controllare i flussi di droghe e indirizzarli verso le popolazioni degli Stati rivali. Da questo punto di vista, l’Afghanistan si trova idealmente al confine coi due principali rivali del sistema, la Cina e la Russia. Allo stesso tempo, questo paese ha il vantaggio di distribuirlo direttamente ai paesi mussulmani dell’Asia centrale, consentendo lo sviluppo di reti di distribuzione di droga su base etnica che acquisiscono la forza di contrappesi rispetto agli Stati rivali, creando così le condizioni per futuri conflitti inter-etnici.
 
L’annientamento dei centri di produzione della droga è necessaria non solo per il benessere delle popolazioni. La sua uscita dal sistema del dollaro provocherà importanti squilibri monetari. La moneta abbandona il sistema e non rientra più, esacerbando gli attuali squilibri monetari degli Stati Uniti. I beneficiari secondari, nei paesi di secondo rango, dovranno essere finanziati direttamente, e questo comporterà la necessità di riallocare risorse da altre aree.
 
E’ forse un’ironia del destino che, eliminando il dollaro dal narcodollaro, l’Eurasia potrà restituire al mondo anglosassone lo stesso regalo avvelenato ricevuto 200 anni fa. Non stiamo parlando di incoraggiare la tossicodipendenza tra le popolazioni rivali come hanno fatto gli Anglosassoni, perché sarebbe un’infamia, ma neutralizzare quest’arma ancora nelle mani del sistema, con un concorrente al petrodollaro, porterà al ritorno del « Fiume d’argento », cioè di una moneta reale che usciva dal sistema anglosassone e entrava in Eurasia alla fine del XVII secolo. Sarebbe in definitiva una ricostruzione dell’economia reale.
 
 
 
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